La discriminazione di genere nei luoghi di lavoro non è stata abbattuta. “È in corso una rivoluzione culturale ma c’è ancora molto da fare”. E’ il messaggio lanciato in Umbria da Camera di commercio e Comitato per l’imprenditoria femminile a ridosso della “Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne”
“La discriminazione di genere nei luoghi di lavoro – prevenire, riconoscere, contrastare” questo il tema al centro dell’incontro che si è svolto a Perugia. Il drammatico caso di Giulia Cecchettin, ha profondamente scosso l’opinione pubblica e riportato con forza, in primo piano, il tema della violenza di genere in tutte le sue sfumature.
Prevaricazioni, soprusi e discriminazioni come quelle che ancora oggi si verificano in ambito lavorativo.
“La discriminazione nei confronti delle donne continua a costituire una barriera invisibile, ma ben presente negli ambienti di lavoro – ha detto il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – Il gap gender – ha aggiunto – nonsolo è una chiara ingiustizia, ma rende meno competitive le imprese, come dimostrano tutti gli studi che pongono una correlazione diretta tra le pari opportunità e tassi di maggiore di crescita aziendale. Peraltro, le aziende dove il gender gap è annullato sono molto più resilienti rispetto alle altre”.
La barriera visibile è di fatto abbattuta, perché la normativa sul contrasto alla discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro è oggi avanzata e compiuta, sia a livello europeo che italiano. “Le barriere invisibili – è stato sottolineato durante l’incontro – si abbattono se si rafforza costantemente l’impegno corale per l’affermazione della parità all’interno della società e delle organizzazioni lavorative attraverso politiche sempre più’ mirate”.
Numerose le relazioni tecniche. Alessandra Ligi, Direttrice Inail Umbria, ha affermato tra l’altro che “promuovere il diversity management e la sicurezza nelle imprese” e che ora, nonostante alcuni limiti, abbiamo il fondamentale Codice pari opportunità“; Andrea Benedetti, Responsabile Ispettorato Territoriale del Lavoro di Perugia, ha spiegato l’attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la tutela e vigilanza sui fenomeni discriminatori, mentre Fausto Lamparelli, Questore di Perugia, ha affermato – all’interno di una relazione che ha toccato molti punti – che “vergogna e speranza di uscirne sono i due principali motivi che portano le donne a non denunciare abusi e violenze subite”, ribadendo che “i centri di ascolto sono fondamentali”.
Sylvia Liuti, esperta di Politiche di genere – Aidp Inclusion, ha indicato delle priorità precise: “sensibilizzare, formare, attuare programmi specifici di certificazione di genere, assumere prospettive di genere”. Pietro Bussotti, Consigliere Cnop. (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi), ha scandito: “Esiste anche la discriminazione indiretta, strutturale, che non sembra neanche tale”. E ancora: “Il sistema tende a reagire al cambiamento”.
Marilina Labia, Dirigente SiCamera-Unioncamere, ha sottolineato come la certificazione di genere sia una grande opportunità per le imprese: “Dal 6 dicembre al 28 marzo 4milioni di euro per promuovere la certificazione”.
Sono seguiti gli interventi di Caterina Grechi, Presidente Centro Pari Opportunità Regione Umbria (“La dignità parte da una pari ed equa retribuzione. Urgente realizzare un Point Donna Lavoro. Stiamo anche sensibilizzando i ragazzi di dieci plessi scolastici”), e di Rosita Garzi, Consigliera di Parità regionale (“Al momento stiamo trattando quattro casi di discriminazione che mi tolgono il sonno”).
Michele Michelini, Direttore Sviluppo Economico della Regione, ha portato il saluto della presidente Donatella Tesei e ha ricordato che “la Regione Umbria ha previsto importanti risorse per la parità di genere”.