In Umbria il progetto Cna e Inail per ridurne l’incidenza visto che solo nel mese di novembre 2021 le denunce in merito sono aumentate del 35,5% rispetto allo stesso periodo del 2020
A finire solo la lente, in particolare i disturbi dovuti ad una sbagliata postura. Dai dati a disposizione dell’Inail emerge che in quelle a carico dell’apparato muscolo-scheletrico si registra il più alto numero di malattie professionali con ripercussioni sul lavoratore che ne è vittima ma anche sulle imprese che dovranno affrontare costi importanti.
È stato anche a partire da queste considerazioni che è nato il progetto di Cna in collaborazione con Iail.
“Ridurre il più possibile l’incidenza delle malattie professionali, che in Umbria raggiungono numeri importanti e, purtroppo, in progressiva crescita, attraverso il coinvolgimento attivo dei lavoratori e andando a intervenire sui gesti compiuti quotidianamente. Questo – spiegano da Cna Umbria – consentirebbe anche di migliorare la sostenibilità sociale delle imprese, incidendo concretamente sulla qualità della vita dei lavoratori.”
È proprio partendo dall’analisi dei dati disponibili sulle malattie professionali che è nata l’idea di “Lavori-amo sui comportamenti”, il progetto di Cna Umbria realizzato in collaborazione con la direzione regionale dell’Inail.
“In Umbria – riferisce Anna Lisa Agneletti, responsabile regionale della Cna per il settore ambiente e sicurezza sui luoghi di lavoro – nel novembre 2021 si è registrato un aumento del 35,5% di denunce di malattie professionali rispetto allo stesso periodo del 2020 (fonte Inail), dati che si traducono in costi importanti, sia per le imprese sia dal punto di vista sociale e che confermano un trend già in atto da tempo. Proprio queste evidenze ci hanno spinto a mettere a punto un progetto di prevenzione che, nello specifico, si occupa delle malattie a carico dell’apparato osteoarticolare e del tessuto connettivo.”
Il progetto, partito ufficialmente pochi mesi prima dell’arrivo del Covid-19 e rallentato proprio dalla pandemia, ha coinvolto 27 medie, piccole e micro imprese del settore manifatturiero, delle costruzioni (edili e impiantisti), del settore autoriparazione (carrozzerie e officine), per un totale di 245 lavoratori. Infatti, come riporta un report della Regione Umbria che prende in esame i dati del quinquennio 2010/2015, “il settore a maggior incidenza di malattie professionali è quello manifatturiero (comprendente numerose attività, dalla metalmeccanica alla lavorazione del legno, della ceramica, l’industria alimentare etc.), che contribuisce con il 17% al totale delle malattie, seguito dall’agricoltura con il 16% e dalle costruzioni con il 15%. Nel macro-settore dell’industria e dei servizi il 54% delle malattie è a carico del sistema osteoarticolare”.
“Il progetto – prosegue Agneletti – ha avuto l’obiettivo di far acquisire ai lavoratori la consapevolezza che la salute dell’apparato muscolare e osteoarticolare dipende anche dal proprio comportamento, dalle posture assunte durante le attività lavorative ed extralavorative, dall’abitudinarietà, consolidata nel tempo, nell’esecuzione delle fasi operative svolte durante il lavoro. Considerando che i comportamenti lavorativi sbagliati rappresentano anche l’80% di quelli svolti abitualmente, si può comprendere quanto, andando a correggerli, si possa influire positivamente sulla riduzione delle malattie che ne scaturiscono. Il lavoratore, quindi, diventa protagonista della propria salute, presente e futura. La sicurezza sta diventando sempre di più una componente della sostenibilità sociale delle imprese, perché va a incidere positivamente non solo sull’abbattimento dei trend relativi agli incidenti sul lavoro e alle malattie professionali, ma anche – conclude Agneletti – sulla qualità della vita dei lavoratori.”
“Inail ha contribuito allo sviluppo del progetto – rimarca Alessandra Ligi, direttore regionale Inail Umbria – in quanto affronta una tematica attuale ed urgente, non a caso messa al centro anche della campagna Eu-Osha 2020-2022 “Alleggeriamo il carico”, un impegno collegiale per migliorare la gestione e la prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici che rappresentano oggi la quasi totalità delle malattie professionali denunciate all’Istituto. La pandemia da Covid-19 ha inciso in maniera rilevante sull’organizzazione del lavoro e puntare sui lavoratori, elementi di forza del sistema di gestione della sicurezza aziendale, rappresenta il valore aggiunto di questa collaborazione.”