Annunciato poi rimandato, il nuovo sistema di pagamento per commercialisti, avvocati, notai, ingegneri, architetti e non solo, entra ufficialmente in vigore dal 30 giugno prossimo
Professionisti e imprese saranno tenuti ad accettare i pagamenti anche mediante carte di credito (bancomat) se di importo superiore a euro 30. Entra così ufficialmente in vigore l’obbligo del Pos (Point of sale) che era scattato in misura limitata lo scorso 28 marzo. Pertanto commercianti, prestatori di servizi e studi professionali dovranno dotarsi di un apposito sistema per consentire ai clienti di pagare il bene/servizio acquistato/ricevuto tramite bancomat.
Il Pos è uno strumento dedicato all’acquisto di beni e servizi. Consente al titolare di ottenere l’autorizzazione del pagamento e il trasferimento del relativo importo sul proprio conto corrente. Può essere cordless, fisso, Gsm/Gprs e virtuale, per i siti di commercio elettronico.
L’obbligo d’attivazione, previsto già dal decreto sviluppo nel 2012, è stato disciplinato dal Dm attuativo del 24 gennaio 2014, in cui si precisa che non vi è l’obbligo di ricevere il pagamento della prestazione mediante bancomat ma soltanto di avere a disposizione il Pos nel caso in cui il cliente decida di utilizzare tale canale per la prestazione di servizi di valore superiore ai 30 euro, fermo restando il divieto di usare il contante sopra i mille euro. Inizialmente il decreto sviluppo ne prevedeva l’obbligo per quella parte di fatturato generata dalla transizioni con gli utenti finali, escludendo in tal modo i servizi venduti alle imprese, pubbliche amministrazioni e professionisti, ma tale distinzione non è presente sulla Gazzetta Ufficiale. Entro la fine di giugno è atteso un decreto nel quale dovranno essere definite le commissioni bancarie.
Intanto sul mercato, mentre si attendeva l’entrata in vigore del nuovo sistema di pagamento, si sono diffuse diverse proposte commerciali relative a nuovi mobile Pos che funzionano tramite telefonini e tablet. A dare il via è stata Intesa San Paolo con la Setefi che lo ha introdotto con Vodafone. Poi ci sono state delle start-up che hanno lavorato per andare incontro alle esigenze dei professionisti.